martedì 25 maggio 2010

SINFONIA PER CHITARRA.....


Finalmente la primavera!!!!
Papaveri rossi tremolanti al venticello e spighe di grano ancora verdi ma ben intenzionate, bordo di strada di campagna qua nei dintorni...


Nemmeno le mie azalee scherzano!
Quindi per il dì di festa.....

SPAGHETTI ALLA CHITARRA PAGLIA E FIENO AL SUGO DI PORRI E SALCICCIA

Ingredienti per la pasta, complessivamente:
- 5 uova intere
- 600 gr di farina oo
- due pizzichini di sale
- 70/80 gr di spinaci lessati, strizzati bene e tritati finemente
Preparare una prima fontana con 300 gr di farina, tre uova, un pizzichino di sale.
Lavorare bene e avvolgere la pasta in carta pellicola. far riposare una mezz'ora.

Preparare la seconda fontana con il resto della farina, le due uova, gli spinaci e il pizzichino di sale..
Lavorare bene, avvolgere nella pellicola e far riposare.


Nel frattempo preparare il sughetto:
Ingredienti
- 3 porri, purtroppo sono gli ultimi
- 3 salcicce grossette, saporite
- due cucchiai d'olio
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- sale q.b.
- pepe q.b.
Tritare abbastanza finemente i porri e farli stufare con l'olio, aggiungere le salcicce sbriciolate e far insaporire girando spesso, sfumare con il vino bianco e portare a cottura aggiungendo, se necessario un po' di brodo o acqua caldi, io questo sugo l'ho preparato il giorno prima.
Ora tirare piccole sfoglie con il matterello, devono essere abbastanza spesse: due mm circa, posizionarle sulla chitarra e passarci sopra il matterello finchè saranno tagliate, con piccoli colpetti far cadere gli spaghettoni sul fondo della chitarra, recuperarli e stenderli su vassoi di cartone ricoperti di cartaforno, ben infarinati con farina di grano duro che li mantiene più asciutti e in cottura se ne va...

Cuocere le chitarre in acqua bollente salata, assaggiare perchè non sono di cottura immediata, ci vuole qualche minuto, condire e gustare... ottima una spolverata di pecorino romano o il più classico parmigiano!

mercoledì 19 maggio 2010

CANTAMAGGIO CON TORTINA....

"  Il “Canta’ Maggio” è l’espressione di una tradizione popolare e soprattutto contadina che ha radici antichissime. Infatti anche se non si hanno notizie certe sull’esistenza di Maggiaioli, già nel periodo medievale sono stati trovati canti inneggianti all’avvento del mese di maggio. È comunque dalla fine dell’Ottocento che si hanno testimonianze scritte (o addirittura narrate di persona da vecchi Maggiaioli) sulla loro attività nel Mugello. Il gruppo partiva a piedi il trenta d’aprile cercando di raggiungere ogni piccolo casolare per cantare all’avvento del maggio propiziatore di un buon raccolto, di amore e quindi di pace. Temi questi ricorrenti nei canti, negli stornelli e nella simbologia dei Maggiaioli che portavano ieri come oggi un alberello sui cui rami venivano legati una pannocchia di grano turco, un mazzolino di fiori e un ramoscello di ulivo, simboli dei temi suddetti. I Maggiaioli, giunti ad un casolare, cantavano uno stornello di presentazione che variava a seconda delle circostanze e della fantasia del capogruppo:


Da lontano siam venuti
E guidati dalle stelle
Vi portiam tanti saluti
E tante altre cose belle
Siam venuti anche quest’anno
Alle case a far rumore
Risvegliando il vostro cuore
Senza dare offesa e danno

Così fraternizzando con i componenti della famiglia dedicandogli canti inneggianti ai temi del maggio. Questa fase aveva una durata che variava in funzione della disponibilità dei presenti e non era raro che sull’aia si improvvisasse una vera e propria festa.
Quando il capogruppo lo riteneva opportuno veniva eseguito un canto col quale si chiedeva ai padroni di casa un’offerta in cibo e ognuno dava quel che poteva (uova, vino, caciotte, etc…). oggi questa usanza è praticamente sparita e si ricevono quasi esclusivamente offerte in denaro, anche se gli stornelli sono rimasti gli stessi:

La massaia ci auguriamo
che sia buona e generosa
che ci porti qualche cosa
perché presto ce ne andiamo
Se andate giù in caciaia
e portate una caciotta
un altr’anno si ritorna
in onore di’ capoccia
Se dell’ova a noi ci date
pregherem per le galline
dalle vorpi e le faine
vi saranno liberate

Ricevuta l’offerta i Maggiaioli cantavano lo stornello di ringraziamento e di saluto:

Vien da noi ringraziato
quel che abbiamo ricevuto
Dio vi dia un felice aiuto
ed ogni ben desiderato
Giunti al fin di queste strofe
giunta l’ora d’anda’ via
salutiamo tutti voi
per la vostra simpatia

Non sempre però andava così: accadeva talvolta che dopo lo stornello di presentazione la famiglia non corrispondesse, così dopo altri vani tentativi ai Maggiaioli non restava che congedarsi, ma non prima che il capogruppo avesse intonato il seguente anatema:

V’entrasse la vorpe ni’ pollaio
la vi mangiasse tutte le galline
v’entrasse i topi ni’ granaio
e vi muffasse tutte le cantine
v’entrasse i’foco ni’ pagliaio
e vi morisse le bestie vaccine
un accidente a i’ capoccia e uno alla figlia
i’rimanente a tutta la famiglia!

Questo è stato il “Canta’ Maggio” dei gruppi mugellani fino alla fine degli anni ’50 quando, con l’avvento del boom economico e il miraggio della città, c’è stato l’abbandono quasi totale delle campagne. Così che salvo alcune eccezione i vari gruppi Maggiaioli si sciolsero, e questa tradizione sparì quasi del tutto. Col passare degli anni, anche a Barberino i paesani si riavvicinarono al gruppo, che piano piano stava rinascendo, e alla tradizione del “Canta’ Maggio” finché nel 1977 l’Amministrazione Comunale non sentì l’esigenza di organizzare un raduno di gruppi di Maggiaioli del comprensorio e oltre. Dal 1977 al 1985 il “Canta’ Maggio”consisteva in un’esibizione canora, in piazza su un palco, dei vari gruppi di Maggiaioli. Dal 1986 il “Canta’ Maggio” diventò itinerante, sia per aumentare il clima di festa sia per permettere ai vari gruppi di toccare le varie vie del paese caratteristica questa che ritroviamo nelle vecchie tradizioni dove appunto i gruppi andavano di casolare in casolare.
E’ poi dal 1987 che per aumentare ancora di più il clima di festa che sono stati istaurati i giochi del Maggio caratteristici del paese e dei vari rioni (botti in salita, tiro alla fune, carretti allo sterzo, carrozzine e staffetta paesana).
Questo è per qualcuno sinteticamente per altri no la storia dei Maggiaioli e del “Canta’ Maggio” spero di non avervi annoiato e credo che sia i Maggiaioli che il “Canta’ Maggio” siano delle cose di cui noi barberinesi dobbiamo andare fieri e che portano valori come l’amore e la pace che al mondo d’oggi servirebbero in maniera spropositata quindi viva i Maggiaioli e viva il “Canta’ Maggio”. “

Tutta questa prima parte l’ho copia-incollata dal blog del Rione Giudea, acerrimi nemici del Rione la Pesa, il mio, l’ho rubato perché ci sono le strofe in dialetto , il blog del mio rione è qui!

Però quest’anno il palio, una specie di pannellone dipinto simile a quelli di Siena ma mooolto più alla buona, l’hanno vinto “quelli” del rione Girandola!!!  E ci hanno dedicato questo:
Invece l’anno scorso l’abbiamo preso NOI!!!!


...
 Gli altri due rioni sono Centro storico e Badia.

Io e il padron di casa, nell’ormai lontano 1987, facevamo parte dell’organizzazione e ci divertivamo da matti con i giochi, le sfilate, il ristorante e ci stancavamo pure da matti!

Alla fine, dopo tre o quattro anni, non ne potevamo più e il fatto che il comune non sostenesse più l’evento ci trovò tristi ma sollevati. Poi nel 2005 un bel gruppo di ragazzi ha rimesso in piedi il tutto ed il paese si è ritrovato di nuovo tutto inghirlandato di bandierine, nastri, fiocchi e pieno di adulti e bambini vestiti dei colori dei rioni, che allegramente scorazzano per il paese finalmente chiuso al traffico!, per poche ore e per pochi giorni ma intanto…

La caratteristica di questa festa è che piove! Eh sì! Non c’è nulla da fare prima o poi piove! Quest’anno è piovuto per tutto il periodo e, tanto per non fare disparità, su tutti i giochi!




Corsa dei carretti allo sterzo, corsa per pazzi scatenati su di una discesa del 18%.....

Corsa dei triclichi

Il tiro alla fune delle donne, quella ciuffettona vestita di verde in fondo alla fila è la mia figlia "piccola"!

La corsa delle botti in salita.

Ci sarebbe anche la corsa del martinaccio, ma viene fatta la sera tardi intorna alla piazza e non ho foto. 
Domenica per festeggiare il, sigh, ritorno della primavera, alla faccia di Girandola, ho preparato una tortina veloce ma molto buonina:

CROSTATINA ALLA CREMA CON LE FRAGOLE

Frolla:
- 150 gr di burro freddo a pezzettini
- 250 gr di farina 00
- 100 gr di zucchero
- 1 uovo + 1 tuorlo
- buccia grattata di un limone bio
- sale un pizzichino

Mettere il tutto nel mixer partendo dagli ingredienti asciutti, far andare finchè si forma la palla, avvolgere la pasta nella pellicola e far riposare in frigo per mezz’ora.

Nel frattempo preparare la crema:
- ¾ di latte intero (anche parzialmente scremato)
- 6 tuorli
- 10 cucchiai di zucchero semolato
- 95 gr di maizena
- ½ bacca di vaniglia
- un cucchiaino di polvere di buccia d’arance

Mettere a bollire il latte con la bacca di vaniglia meno un mezzo bicchiere, montare bene uova + zucchero, quando diventa chiarissimo unire la maizena e il mezzo bicchiere di latte, mentre il latte “monta” sul fornello versare velocemente l’impasto e, sempre girando, far cuocere la crema per pochi minuti, cioè finchè assoda e inizia appena a bollire. Spengere subito e mettere la polvere d’arancia, mescolare e versare la crema in un contenitore di vetro o porcellana per farla raffreddare.

Stendere la frolla tra due fogli di cartaforno, metterla in una teglia e appoggiarne sopra un’altra appena più piccola. Infornare a 180° per 20 minuti, togliere la teglia superiore e il primo foglio di cartaforno far cuocere ancora alcuni minuti per asciugare bene il guscio.


Quando sarà freddo riempirlo di crema e guarnirlo con spicchi di fragola passati nello zucchero di canna.




venerdì 14 maggio 2010

LA MOSTRA DELL'ARTIGIANATO





Tra il 25 aprile e il 2 maggio a Firenze c’è stata la Mostra dell’artigianato; io, che l’ho frequentata fin dall’infanzia, mi ci sono pure persa all’età di 10 anni e me lo ricordo bene anche ora!, ho scoperto su internet che sono la bellezza di 74 anni che si svolge questa bella festa , festa del mercato, certo vengono per vendere e farsi pubblicità , ma anche dell’ingegno umano, uomini e donne, di vari paesi del mondo, pieni di idee e con le mani d’oro che espongono le loro creazioni con giustificato orgoglio!

Erano già due anni che non ci eravamo stati e, quindi, una visitina era di dovere!
Siamo partiti, il padron di casa, io, la figlia “piccola”, i suoi due cuccioli e il romano doc pure infortunato, sotto un diluvio torrenziale che ci ha accompagnati per tutto il pomeriggio.
Diversi, molti, anni fa la mostra si svolgeva all’interno di un grande padiglione chiamato il “Parterre”, vicino a piazza della Libertà, era praticamente tutta al coperto, ma con il tempo l’hanno spostata tra le mura della Fortezza da Basso, che è appunto una fortezza che risale al 1570 circa su ordine degli onnipresenti Medici che volevano difendere Firenze dai nemici, forse più da quelli dentro le mura che da quelli fuori… Questa enorme struttura all’interno conserva strutture antiche come la Polveriera, le stalle, magazzini vari, ma anche padiglioni moderni disegnati da architetti contemporanei…se posso dire la mia sono di un brutto micidiale….comunque per girarla tutta occorrono ottime gambe, tenacia e, se non ti soffermi troppo, almeno 5 o 6 ore di tempo, sono quasi 5 ettari al coperto sparpagliati su un’area di quasi 10 ettari scoperti... Per passare da un padiglione all’altro si attraversano gli spiazzi aperti e per noi, opportunamente sprovvisti di ombrelli decenti, ha significato docce ripetute e merende sotto desolati ombrelloni fradici! Alla fine ci hanno letteralmente buttati fuori e, siccome il traffico intorno la Fortezza, e nel resto della città, era totalmente bloccato, ci siamo pure fatti i nostri ulteriori tre km, sotto l’acqua, per ritornare alle macchine, benedette macchine!
Però!, ci siamo ammazzati di fatica, ma ci siamo pure divertiti!!!


Pupazzi di stoffa, latta e ceramica

Stampini in legno
Ceramica racu

Cuoio


Bacchette magiche e animaletti...Edwige?

Questi oggettini sono fatti con le clip di chiusura delle lattine...


Cappelli e spillette di lana riciclata e cotta

Queste foto rappresentano solo la millesima parte degli oggetti che mi sono piaciuti!
Senza contare l'oggettistica e i mobili, i vestiti e tutto il resto che non mi hanno permesso di fotografare perchè coperti da esclusiva!
L'anno prossimo venite tutti in massa! Lo merita!!!



venerdì 7 maggio 2010

DOLCE DA RICORDARE

Non so dalle vostre parti, ma qui piove inesorabilmente da una settimana.

Pioggerella primaverile che rinfresca l’erba, non si ripara a tagliarla, lava le strade, e sporca i vetri, stimola la crescita dei fiori e acuisce i doloretti!
Che fare? Aspettare che passi…con i cappotti tolti dall’armadio ma non ancora riposti, stessa cosa dicasi dei maglioni che ho lavato ma …saranno asciutti bene? Il piumone è ripiegato sul pouf in camera, di giorno, e steso sul letto. la sera, perché abbiamo, sì, spento il riscaldamento, ma che freschino la notte!

Pioggia, pioggia, ma è metà maggio e sono partite tutte le feste: matrimoni, comunioni, battesimi!
Se si capita intorno alla nostra parrocchia si incontrano stuoli di bimbi vestiti con la tonachina bianca, l’aria estasiata, con al seguito mamme in sandalini dorati, tailleur di seta a mezze maniche, stole di chiffon e facce verdi dal freddo, mentre i babbi sono più fortunati, almeno loro hanno i pantaloni lunghi!
Ma tanto non ci possiamo che adeguare…

Se qualcuno ha voglia di regalare una delizia a chi festeggia sotto la pioggia,  la torta che mi sono inventata per il battesimo di un nipotino nuovo di zecca, (in questo caso sono bis-zia!) potrebbe fare al caso suo...

IL PAPERINO FORTUNATO

Il nome l’ho inventato io perché mi era stato richiesto espressamente un paperotto.
Ingredienti
- 2 teglie da forno di pan di Spagna,
- 1 litro e ½ e mezzo di panna fresca da montare
- 2 hg di zucchero per la panna
- 2 dosi di crema pasticcera,
- 2 confezioni di ananas sciroppato, oppure di pesche sciroppate
- colori per alimenti,
- sac-à-poche con bocchette di vario diametro

Sono partita dalle basi di PAN DI SPAGNA
-  150 gr di uova ( circa tre)
- 120 gr di zucchero
- 70 gr di farina
- 50 gr di fecola
- 1/2 limone non trattato
- 1/2 bacca di vaniglia
Ho fatto dose QUADRUPLA di questa! Si sbattono per circa 15 min le uova con lo zucchero, si profumano con gli aromi, si aggiungono le farine setacciate, delicatamente , si cuociono a forno caldo a 170° per 30 min circa.
Io le ho cotte nelle teglione del forno, quindi con uno spessore di circa tre centimetri a cottura avvenuta, l’unica cosa ho sostituito la farina normale con quella per celiaci, garantisco che non si percepisce alcuna differenza!

I pan di Spagna li ho preparati il giorno prima e anche la CREMA
Ingredienti
- 14 tuorli
- 1 litro di latte
- 1/2 di panna fresca
- 120 gr di maizena
- 350 gr di zucchero
-  q.b. di sale
- la buccia gialla di un limone non trattato
- l'interno di una bacca di vaniglia
Si mette a bollire il latte con i profumi e il pizzico di sale, nel frattempo si montano molto bene i tuorli con lo zucchero, poi si unisce la maizena setacciata, si mescola bene e si versa l'impasto nel latte che "sale" nella pentola, si gira bene finchè la crema comincia ad addensare, ci vogliono pochi minuti, si ripone in una insalatiera di vetro e si copre con la pellicola per alimenti.

Poche ore prima della festa ho ritagliato dalle basi di pasta la sagoma del papero e del sole.

Le ho accomodate sul piatto di portata, grandino effettivamente, ho frullato la frutta sciroppata con il suo sughetto e un po’ di sciroppo di acqua e zucchero, un bicchiere, e ho spalmato questa crema liquida sui pezzi di pan di Spagna.
Mentre lo sciroppo veniva assorbito , ho montato la panna con il suo zucchero, montata bene mi raccomando, se chi mangerà non ha intolleranze al glutine ci si può aiutare con il Pannafix della Cameo, e l’ho suddivisa in varie scodelle per poi mescolarla ai colori alimentari (colori da usare con estrema parsimonia perché macchiano incredibilmente panna, tovaglie, mani…!!!).


Ora si spalma la crema che prima va un po’ girata con un mestolo di legno, perché è tendenzialmente molto soda.



A questo punto bisogna diventare un po’ pittori e con la panna colorata e la sac-à-poche ci si diverte a disegnare e dipingere…


Con questo sistema ho realizzato in altre occasioni mostri verdi con un occhio solo, la Pimpa, un galeone dei pirati, la testona di un orso bruno, l’apetta Giulia, un Dragon biondo, etc. etc.… torte splendide, a detta di chi le ha viste e mangiate…ma allora non avevo il blog e quindi...niente foto   :°(((  !!!