venerdì 10 febbraio 2012

...MA CHE FREDDO FA?!

Quando ero agli albori della giovinezza andava di moda questa canzone interpretata da Nada, è un titolo che mi sembra renda l'idea del momento... anche perchè noi siamo fortunati e l'era glaciale del 2012 ci sta girando intorno e di neve se ne è vista veramente poca! O almeno a me sembra poca, perchè io sono incosciente e quando volano i fiocchini l'entusiasmo mi ottenebra la mente!!!
Quindi fa freddo e si può mangiare! E, visto che la farina di castagne sfamava i poveri montanari di un tempo, ci sfamiamo un po' con un bel CASTAGNACCIO!
E' un dolce rusticissimo, ipercalorico e non difficile da fare, almeno il procedimento. Per rinfrescarmi la memoria ho consultato questo vecchio libro che possiedo da più di, sigh, trent'anni!!

Occorrente:
- 300 g di farina di castagne
- 40 g  di pinoli
- 40 g di noci sgusciate
- 70 g di zibibbo ( è difficile trovarlo, si può mettere uva passa)
- un rametto di ramerino fresco
- un pizzico di sale
- 6 cucchiaiate di olio evo
- acqua q.b.
- ed io ci metto tre o quattro cucchiaiate di zucchero...
La cosa uggiosa, ma indispensabile, è setacciare la farina, perchè è finissima e tende ad assorbire la minima umidità e si rappalla...
Una volta setacciata si uniscono il sale e lo zucchero, poi, a filo, acqua fredda sempre mescolando, non si può dare una quantità precisa perchè dipende appunto da com'è la farina e la giornata...

Quando si è raggiunta la consistenza di una farinata si uniscono due cucchiai d'olio, i pinoli, le noci spezzettate, l'uvetta ammollata in un po' d'acqua e strizzata e alcuni aghi di rosmarino tritati finissimi...
A questo punto conviene accendere il forno a 220°.
Si mescola ancora e si versa in una tortiera in modo che l'impasto risulti alto un dito, tradizione vorrebbe che la teglia fosse rettangolare, ma mi è capitata tonda....
Cospargere la torta di altro rosmarino e altri due cucchiai d'olio, bisogna fare attenzione che la frutta secca sia
completamente ricoperta di impasto altrimenti si brucia...
Infornare ed abbassare il calore a 180 °, fa andare per 35/40 minuti. A questo punto cospargere il dolce con i rimanenti cucchiai d'olio, coprirlo con un pezzetto di carta stagnola e alzare la temperatura a 200° per altri 10 minuti, in effetti è un po' noiosa la cottura perchè il castagnaccio deve risultare morbido dentro e croccante fuori!!!
Non è bello, ma è eccellente!!!

E quando fa freddo cosa c'è di meglio di un bel cappottino di lana morbida e calda, cucito e ricamato dalle  mie  infaticabili manine? Veramente l'ho fatto la scorsa primavera per la mia figlia piccola...è venuto buono ora che anche a Roma tremano!!!
..in costruzione...

...indossato...
A dare retta tra amiche, conoscenti e perfino nei negozi avrei trovato clienti...che soddisfazione!!!

sabato 28 gennaio 2012

RICORDI E.....TORTA "MAGRA"

Ormai è chiaro,  al mio padron di casa, alle figlie, ai nipoti, agli amici tutti...e anche a coloro i quali mi conoscono per caso e di sfuggita : la mia memoria è ridotta ai minimi termini!  Non è da poco tempo, io sono così da sempre.  Guai a fidarsi di me per un indirizzo, la posizione di un oggetto in casa, l'assunzione di medicine, mie ed altrui, la data di un anniversario etc. etc.
Anzi, non è ridotta : è limitata.
  Io ricordo solo ciò che vedo e, mi raccomando, che non sia abbinato ad un nome perchè cancello tutto!   C'è chi dice che sono egocentrica ed egoista perchè ricordo solo ciò che mi interessa,  ma non è vero!...per esempio so come si fa il calco in gesso di una statuetta, cosa che ho visto una sola volta alla televisione all'incirca venticinque anni fa (lo  rifarei all'istante), oppure come Sal De Riso ha montato il Tiramisù, cosa vista circa quattro anni fa...mentre ancora scambio il numero del giorno di nascita della figlia piccola con quello del nipote...chi mi conosce sa quanto LORO mi interessino ! Tutto ciò mi imbarazza non poco quando incontro persone delle quali dovrei conoscere nome, cognome, figli.... e che, entusiasticamente, mi salutano chiedendo notizie di tutti i familiari e che io contraccambio dicendo timidamente : -Voi, tutti bene??
Non posso farci nulla...chi mi ama mi prende così, mia suocera diceva che a tutti i poeti manca un verso....

Dopo questa tiritera, meglio mangiare.
Mi erano avanzate sei chiare da un magnifico Latte alla Portoghese e non avevo voglia di fare le solite meringhe e così ho cercato una ricetta per una torta con albumi, poi mi mancava il burro...insomma ho cambiato tutto ed è venuta fuori questa:
L'ho chiamata Torta Bianca, ma si può dire anche Torta Magra


Ingredienti:
- 250 g di ricotta di mucca
- 250 g di zucchero + un cucchiaio
- 250 g di farina 00
- 1/2 bustina di lievito per dolci
- 6 albumi
- 1 limone bio scorza e succo
- sale un pizzichino
Sbucciare le mele, farle a spicchietti e metterle  in una zuppiera con il cucchiaio di zucchero e il succo di limone.
Passare la ricotta allo schiaccia patate, si setaccia in un batter d'occhio!, ed aggiungere la scorza del limone.
Accendere il forno a 180° e preparare una teglia con la carta forno.
Montare le chiare a neve ferma con il pizzico di sale.
Mescolare delicatamente la ricotta setacciata alla farina e al lievito, poi unire un po' alla volta gli albumi  montati.
Versare l'impasto nella teglia e accomodarvi sopra gli spicchi di mela.
Infornare per circa 60 minuti, magari coprendo la torta con un po' di alluminio nell'ultimo quarto d'ora.
Il padron di casa, ricco di colesterolo e di buon appetito, ha ringraziato!

lunedì 23 gennaio 2012

PENSIERO

Tutti ne parlano.
Non volevo essere tra i"tutti", ma un pensiero alla Concordia lo devo dedicare.
Più che un pensiero una preghiera per loro, quelli che sono laggiù, al freddo, al buio e che credevano di essere nel mondo delle fiabe, lo so, nel 2005 c'ero anch'io su una di quelle città galleggianti...pensi che lì non possa accadere niente, che tutto sia perfetto...siamo arroganti noi umani, crediamo di avere il controllo di ogni cosa e invece...






Questo è il mio quadro di Natale, si chiama "Maternità", dedicato a tutte le mamme di ogni luogo e ogni tempo.

martedì 17 gennaio 2012

......SALE.....

E sabato ci sono ricascata...
Mi dico sempre di stare attenta..., che non è più il caso..., ma è bastato un attimo di distrazione e...
Ho compiuto gli anni un'altra volta!!!!
Però ho deciso che, d'ora in avanti, avrò sempre 39 anni e...(per ora)6937 giorni, più o meno perchè non ho tenuto in considerazione i bisestili....
Per festeggiare, il mio padron di casa mi ha portatato a Firenze!
Di questi tempi non è semplice andare in città! E il parcheggio? E le telecamere per la zona verde? E gli autovelox nascosti dietro ai platani? Insomma è un'impresa, che il mio cavaliere ha affrontato senza paura!
E che soddisfazione!!!!
Siamo andati al "Il Teatro del Sale", in pieno centro, tra il Mercato di Sant'Ambrogio e il Mercatino delle Pulci, lì, dietro le Murate (antico carcere femminile, ovviamente convertito in altro), tra i vicoletti dove si respira la "fiorentinità", ancora e nonostante la miriade di stranieri che in tutte le forme, qualifiche e pretese gravitano nei dintorni!
Se non ho capito male questo palazzo fu donato a delle suore, credo due secoli fa, ed era un luogo di rifugio per le donne che si ritrovavano accanto un marito funesto, infatti si chiamava "Le malmaritate"! Sic!!!
E' stato un magazzino per tante merci, un laboratorio tessile, nascondiglio di ebrei durante l'invasione nazi-fascista e perinfino (!) spazio adibito alla maturazione delle banane!
Oggi è una bottega, proprio nell'eccezione del significato, cioè luogo dove si lavora rielaborando idee.
Insomma qui si mangia e si gode di spettacoli vari, divertenti, profondi, leggeri ecc. ecc.
Funziona così: è un club, quindi ci vuole la tessera, nei giorni di punta bisogna prenotarsi, perchè non ci stanno più di 99 soci a volta(  non vi dico gli stranieri che fanno a cazzotti per entrare) e si può cenare con un magnifico buffet, ci si serve praticamente da soli, ci si procurano bevande alla spina e ci si sparecchia da soli:
Consiste in un grande spazio, altissimo, con il soffitto in legno, il pavimento in legno, molto vissuto, e tavoli, da due, da sei, da dieci e anche più, panche adibite a mense e sedie di forme varie, tutto smontabile in pochi minuti, perchè sul fondo c'è un bel palcoscenico e quando uno si è riempito lo stomaco per benino, si toglie tutto, si mettono le sedie come fosse una platea e ci si gode il nutrimento per la mente!
Inoltre c'è una grande cucina a vista dove campeggia un forno a legna e un camino enorme dove girano polli e carni varie...

  Il re di tutto ciò è questo bel signore, Fabio Picchi, cuoco di fama e fiorentino doc, che dona ai commensali le sue magnifiche pietanze a suon di urli...infatti si affaccia alla porta della cucina e annuncia  con tutto il fiato che ha : " Gnocchi di semolino!!!" e dopo che la folla si è gettata sugli enormi vassoi, declama: " Piatto raro e pericoloso: lampredotto alle patate!!!", dove raro sta per difficile da trovare e pericoloso lo è per il girovita...

Questi erano i paccheri al sugo...
In questo ameno modo ci siamo sbafati (oltre ai già menzionati):

Ceci lessati e conditi
Insalata di patate, barbe rosse, cipolla cruda
Lenticchie in umido
Polpettine di pollo alla livornese
Purea di broccoli
Cardi al formaggio
Risotto di calamari in zimino
Gallina lessa con peperoncini sott'aceto
Arrosto girato con patate al forno (da notare il vassoietto)


Pane fatto lì per lì
Schiacciata al lardo di colonnata
Panna con i cialdoni
Torta morbida al cioccolato
Salvo essermi dimenticata di qualcosa!
Ovvio che di tutto ciò abbiamo preso una piccola porzione...ma se uno avesse avuto un appetito pantagruelico poteva soddisfarlo!!!
Se ho capito bene ogni cena è diversa dall'altra, sempre rispettando la tradizione fiorentina, l'olio extra vergine d'oliva a fiumi e l'ugola dello chef!!!
Tutto ciò è iniziato alle diciannove e venti, è finito alle ventuno e trenta e dopo dieci minuti eravamo tutti seduti in "platea" ad ascoltare ed applaudire una bravissima soprano che si è cimentata in arie dalla Traviata!!!
E cosa chiedere di più?